Niente cellulari a scuola? Perché il digitale deve restare collettivo e inclusivo
Le scuole italiane vietano l’uso degli smartphone in classe: un segnale chiaro per promuovere un digitale collettivo, inclusivo e guidato dagli insegnanti.
Nicola Simoncelli
9/7/20253 min leggere


Il recente richiamo del Ministero sull’uso dei cellulari nelle scuole ha fatto discutere, ma porta con sé un messaggio importante: il digitale in classe deve avere un ruolo educativo chiaro e consapevole. Non strumenti individuali che isolano, ma esperienze collettive e inclusive che rafforzano la relazione educativa.
Alla scuola dell’infanzia e primaria questo è ancora più evidente: i dispositivi personali rischiano di creare passività, mentre le tecnologie condivise possono diventare motore di partecipazione e cooperazione.
A partire dall’anno scolastico 2025/2026, tutte le scuole italiane saranno chiamate ad adottare regolamenti chiari e armonizzati sull’uso dei dispositivi elettronici. Due le note ministeriali di riferimento: la Nota MIM n. 5274 dell’11 luglio 2024, che riguarda il primo ciclo (infanzia, primaria e secondaria di primo grado), e la Nota MIM n. 3392 del 16 giugno 2025, che estende il divieto anche al secondo ciclo (scuole superiori), includendo l’intero orario scolastico.
Entrambe stabiliscono il divieto di utilizzo dello smartphone a scuola, salvo eccezioni per alunni con disabilità o DSA che ne abbiano necessità didattiche, o in percorsi formativi specifici legati all’informatica e alle telecomunicazioni. Il Ministero motiva questa scelta con le numerose evidenze scientifiche sugli effetti negativi di un uso eccessivo dello smartphone: calo della concentrazione e del rendimento scolastico, disturbi del sonno e del benessere psicofisico, rischio di dipendenza e isolamento sociale. Organizzazioni come OCSE, OMS e Istituto Superiore di Sanità hanno richiamato la necessità di regolamentare in maniera netta questo fenomeno, evidenziando anche la correlazione con il peggioramento dei risultati nei test PISA, che misurano le competenze degli studenti in lettura, matematica e scienze, considerate fondamentali per affrontare con successo la vita adulta.
Al tempo stesso, le disposizioni incoraggiano un uso consapevole e programmato degli altri strumenti digitali (pc, tablet, lavagne elettroniche, tavoli phygital), che restano centrali per l’innovazione educativa e inclusiva.
Il cellulare nasce come strumento personale, non didattico. Portarlo in aula comporta diversi rischi: distrazione continua, isolamento, disuguaglianze legate all’accesso e, nei più piccoli, possibili effetti negativi sullo sviluppo cognitivo e relazionale. Per questo, il divieto ministeriale non è una misura punitiva, ma un passo educativo verso un uso del digitale più responsabile e condiviso.
Quando la tecnologia è condivisa, la sua funzione cambia: un grande schermo diventa una finestra sul mondo per la classe intera, un tavolo digitale o phygital stimola la collaborazione e il gioco di squadra, un’attività guidata dall’insegnante trasforma lo strumento in occasione di dialogo e scoperta. In questo senso, il digitale diventa un mezzo di inclusione: ogni bambino può contribuire, osservare, riflettere e confrontarsi con i compagni.
Il digitale non deve sostituire la manualità, il gioco o l’esplorazione sensoriale, ma arricchirli. Alcuni esempi lo dimostrano: il coding unplugged può essere affiancato a software di programmazione visuale; la realtà aumentata può dare nuova vita ad attività di disegno e costruzione; i giochi digitali di gruppo possono stimolare logica, attenzione e memoria. L’obiettivo non è l’uso della tecnologia "ad ogni costo", ma la creazione di un’esperienza in cui analogico e digitale si intrecciano per sviluppare creatività, pensiero critico e competenze relazionali.
Un approccio collettivo al digitale è anche una scelta di inclusione. I bambini con bisogni educativi speciali (BES) possono partecipare grazie al supporto del gruppo e a strumenti accessibili. Le differenze diventano risorse per attività collaborative, dove nessuno resta escluso perché l’esperienza è pensata per tutti. La tecnologia, in questo senso, può offrire strumenti che normalizzano le diversità e sostengono il confronto come occasione di crescita comune.
Il cellulare resta fuori dalla scuola perché non è pensato per l’educazione. Dentro l’aula, invece, servono strumenti che uniscono, stimolano la collaborazione e rafforzano la relazione educativa. Il futuro della didattica non è il digitale individuale, ma il digitale collettivo, inclusivo e phygital: uno spazio in cui la tecnologia diventa strumento di partecipazione e di crescita condivisa.
Per informazioni potete contattarci scrivendo a:
info@ludotechnic.com
oppure
chiamando il 349.5369609
Ludotechnic SRL - via del Canale 34 - 48012 - Bagnacavallo (RA) P.IVA 02776720399 - ludotechnic@pec.it
Ludotechnic SRL - via del Canale 34 - 48012 - Bagnacavallo (RA) P.IVA 02776720399 - ludotechnic@pec.it
Contatti



