La sfida del digitale si vince solo come comunità. Patti Digitali docet. Il decalogo per la scuola

Educazione digitale: perché serve una comunità (scuole, famiglie, pediatri) e come applicare in classe il Decalogo della rete Patti Digitali con esempi pratici aggiornati.

Nicola Simoncelli

9/14/20254 min leggere

L’educazione digitale funziona davvero solo quando si decide insieme. Non bastano le scelte individuali: servono regole condivise tra famiglie, scuole e territorio, capaci di dare coerenza a tempi, strumenti e competenze. È lo spirito dei Patti Digitali, un’iniziativa nata per costruire alleanze educative locali e già attiva in 16 regioni, con oltre 140 patti avviati e altri in partenza. Nell’ultimo anno questa rete ha spinto molte scuole a ripensare i compiti online, ad avviare laboratori di cittadinanza digitale e perfino a negoziare con i fornitori modifiche ai registri elettronici, per posticipare la visibilità dei voti per le famiglie.

Il Decalogo è rivolto in particolare alle scuole del primo ciclo – primaria e secondaria di primo grado – dove bambini e ragazzi iniziano a formare le loro abitudini digitali e si trovano per la prima volta di fronte alle pressioni legate all’uso dei dispositivi personali.

Alla base dei Patti Digitali c’è la collaborazione tra il Centro di Ricerca “Benessere Digitale” dell’Università di Milano-Bicocca e tre associazioni impegnate da tempo nella media education: MEC – Media Educazione Comunità, AIART Milano e Sloworking. Il coordinamento operativo è affidato a Silvana Loffredo (Sloworking). L’idea è semplice ma potente: mettere insieme ricerca scientifica e pratiche educative di comunità, così da aiutare genitori, insegnanti e studenti a definire impegni condivisi su un uso equilibrato del digitale, soprattutto a partire dalla preadolescenza.

Il Decalogo per le scuole

Per tradurre questi principi in pratica è nato il Decalogo delle scuole del primo ciclo, dieci impegni che delineano una cornice di gradualità e buon senso:

  1. Decidere insieme con le famiglie l’età dello smartphone connesso (consiglio: fine seconda media).

  2. Introdurre il digitale nella didattica solo in ambienti protetti e guidati da docenti formati.

  3. Limitare l’uso delle tecnologie a fini educativi, evitando l’intrattenimento negli intervalli e tutelando i momenti di socialità.

  4. Mantenere la centralità dello studente: compiti, comunicazioni e valutazioni passano prima in classe, mentre i voti vanno pubblicati online solo dopo almeno 48 ore.

  5. Garantire una comunicazione sobria tra scuola e famiglia, con fasce orarie definite e rispetto del diritto alla disconnessione.

  6. Evitare compiti online nella primaria; in secondaria di I grado proporli solo con tempi ampi o spazi monitorati.

  7. Privilegiare un unico ambiente didattico, evitando la frammentazione e le piattaforme commerciali.

  8. Proteggere la rete scolastica, impedendo l’accesso a siti non adatti ai minori.

  9. Usare esclusivamente ambienti privi di pubblicità, scegliendo versioni senza annunci o abbonamenti.

  10. Promuovere una formazione continua per genitori, docenti e personale, chiarendo sempre le ragioni delle scelte.

Ogni istituto può deliberare l’adozione del Decalogo in Collegio o Consiglio d’Istituto e includerlo nel Patto di corresponsabilità.

Dalle intenzioni alla pratica, con alcune riserve

Molti istituti hanno già iniziato a muoversi in questa direzione: c’è chi ha ridotto o eliminato i compiti online, chi ha attivato laboratori di cittadinanza digitale, chi ha iniziato a rivedere le impostazioni dei registri elettronici per gestire meglio la pubblicazione dei voti. L’adozione del Decalogo segue un percorso abbastanza chiaro: coinvolgere tutti gli attori, dalla dirigenza ai rappresentanti dei genitori fino ai servizi territoriali; presentare il documento con momenti di ascolto delle famiglie; deliberare gli impegni e inserirli nel Patto di corresponsabilità; uniformare gli ambienti digitali scegliendo una sola piattaforma priva di pubblicità e con rete filtrata; programmare infine verifiche periodiche per monitorare i progressi su compiti, registro elettronico e formazione.

Restano tuttavia alcune riserve, che riguardano soprattutto il rapporto con la tecnologia e il suo impiego concreto a scuola e in famiglia. È bene chiarire: il Decalogo non è contro il digitale, al contrario lo promuove come strumento guidato, collaborativo e proporzionato all’età, così da mantenere coerenza educativa tra scuola e famiglia.

Uno dei nodi più discussi è lo smartphone personale: perché posticiparne l’introduzione? La scelta è motivata dalla necessità di ridurre rischi e pressione sociale, evitando eccezioni isolanti e favorendo un ingresso più graduale e accompagnato. Resta poi il tema della formazione, considerata imprescindibile: il Decalogo prevede percorsi specifici per docenti, personale e genitori, così da offrire un sostegno reale a chi accompagna i ragazzi nella crescita digitale.

Un digitale “a scuola” più che “a casa”

Una delle proposte più significative è lo spostamento prevalente dell’uso del digitale dalla casa alla scuola, limitandolo alla dimensione didattica e collocandolo in contesti sicuri e monitorati. Così si valorizza l’esperienza in classe, dove l’insegnante guida il percorso e accompagna bambini e ragazzi passo dopo passo. Ne deriva anche una nuova impostazione dei compiti: rimangono offline a casa, per rispettare i tempi degli studenti e ridurre l’esposizione non controllata, ma vengono ripresi in chiave digitale a scuola attraverso momenti di restituzione, condivisione e feedback in presenza. In questo modo la tecnologia diventa davvero uno strumento educativo integrato, capace di rafforzare il senso di comunità e di partecipazione alla didattica.

In conclusione...

La sfida del digitale si vince solo facendo rete. Il Decalogo dei Patti Digitali non è un elenco di divieti, ma piuttosto un insieme di regole condivise e ragionevoli che permettono di riallineare scuola e famiglia, ridurre i conflitti e accompagnare gli studenti verso una maggiore autonomia. È un invito a rimettere al centro il benessere educativo, ricordando che la tecnologia non è un fine, ma uno strumento da vivere insieme.

Formarsi e fare rete

Per sostenere questo percorso, Bicocca Academy ha organizzato le giornate “Riprendiamoci l’Internet!” (18 e 25 ottobre 2025), pensate per genitori, insegnanti ed educatori. Il programma affronta il contesto sociale e tecnologico attuale, i rischi dell’uso precoce degli schermi, l’alfabetizzazione critica a web, social, videogiochi e serie, e si chiude con i cinque principi dell’educazione digitale di comunità, offrendo strumenti operativi per avviare e mantenere un Patto Digitale sul territorio.

👉 Per approfondire e scoprire come avviare un Patto Digitale nel tuo territorio: www.pattidigitali.it