Decreto Scuola 2025: investimenti per infanzia e parità scolastica. L'innovazione digitale resta sullo sfondo.

Nicola Simoncelli

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Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il 6 giugno 2025 (Legge 5 giugno 2025, n. 79), è stata completata la conversione del Decreto-legge 7 aprile 2025, n. 45, contenente misure urgenti per l’istruzione nell’ambito dell’attuazione del PNRR. Il provvedimento introduce interventi su più fronti: edilizia scolastica, servizi per l’infanzia, parità scolastica, personale docente, diritto allo studio e competenze digitali.

Tra le misure più rilevanti, viene autorizzata la rimodulazione di 820 milioni di euro di risorse PNRR per rispondere in modo più efficace alle esigenze attuali del sistema scolastico. In particolare, 205,9 milioni sono destinati alla Missione 2, riguardante rivoluzione verde e transizione ecologica; mentre 499 milioni sono assegnati alla Missione 4, dedicata a istruzione e ricerca, con l’obiettivo di migliorare gli ambienti di apprendimento. Le risorse saranno impiegate per finanziare nuovi bandi e per il completamento di interventi già avviati nei nidi e nelle scuole dell’infanzia. A questi si aggiunge un incremento del Fondo unico per l’edilizia scolastica pari a 10 milioni di euro annui per il 2025 e il 2026.

Per le scuole paritarie, a partire dall’anno scolastico 2025/2026 sarà obbligatorio l’uso di registro elettronico, pagella digitale e protocollo informatico. Viene inoltre introdotto il divieto di attivare più classi terminali nello stesso indirizzo o corso di studi, salvo comprovate esigenze organizzative.

Sul fronte del personale scolastico, il decreto prevede disposizioni transitorie per accelerare le nomine e garantire la continuità didattica nel biennio 2025–2027, attraverso l’utilizzo di graduatorie regionali aggiuntive e la proroga delle graduatorie legate al PNRR.

Si rafforzano anche le misure per il diritto allo studio, con l’ampliamento dei contributi per gli studenti fuori sede con ISEE basso, il potenziamento dei fondi per i libri di testo e un investimento nella formazione dei docenti, con particolare attenzione ai temi del disagio giovanile e dell’orientamento.

In materia di digitalizzazione, pur in assenza di finanziamenti diretti per l’acquisto di tecnologie, il decreto introduce due misure rilevanti. La prima riguarda la modifica dell’articolo 24-bis del DL 152/2021: si supera il riferimento esclusivo al “coding” e si promuove una visione più ampia centrata sullo sviluppo di competenze informatiche e nella didattica digitale, con attenzione alla loro applicazione nei processi di insegnamento, apprendimento e valutazione. Si introduce inoltre la possibilità di avviare percorsi sperimentali per la comprensione dei concetti fondamentali dell’informatica. Contestualmente, viene abrogato il comma 2 dell’articolo, che prevedeva l’emanazione di linee guida nazionali. La sua eliminazione comporta la decadenza dell’obbligo formale di redigere un documento nazionale unico, lasciando agli istituti maggiore autonomia nella definizione dei percorsi formativi, in linea con gli obiettivi aggiornati.

La seconda misura consiste in incentivi fiscali per l’innovazione: l’articolo 8 prevede la deducibilità o detraibilità delle erogazioni liberali a favore delle scuole pubbliche o paritarie non commerciali, se destinate a progetti di innovazione digitale, edilizia scolastica o ampliamento dell’offerta formativa.

Il decreto include inoltre uno stanziamento specifico per la formazione dei docenti sui temi del disagio giovanile e della prevenzione delle dipendenze. Sebbene non esplicitamente collegata all’innovazione tecnologica, questa misura apre alla possibilità di integrare strumenti digitali nei percorsi educativi di prevenzione: piattaforme interattive, ambienti virtuali, strumenti di monitoraggio e contenuti multimediali possono contribuire a supportare studenti a rischio.

In conclusione, il decreto ha posto l’attenzione su ambiti di forte rilevanza pubblica come l’edilizia scolastica e il riequilibrio tra scuole statali e paritarie, intervenendo anche sull’organico con misure straordinarie per l’inserimento di nuovi docenti e per garantire la continuità didattica nel biennio 2025–2027. Resta però ancora aperto il percorso verso una piena digitalizzazione della scuola italiana, che richiede visione, investimenti mirati e accompagnamento pedagogico. Nei prossimi mesi, sarà cruciale l’attivazione di nuovi bandi e incentivi pubblici capaci di sostenere lo sviluppo delle competenze digitali degli insegnanti e delle dotazioni tecnologiche, aspetti ormai centrali per l’inclusione, la qualità dell’insegnamento e l’innovazione educativa. Un impegno deciso in questa direzione sarà essenziale per evitare che il nostro sistema scolastico accumuli un ritardo strutturale rispetto ad altri Paesi europei nell’adozione delle tecnologie didattiche.